Quesiti
Quesito del 17/11/2023
Sanatoria opere abusive su suolo pubblico in concessione
Breve cronistoria della vicenda:
All’interno del centro storico un’attività commerciale di ristorazione, dopo aver ottenuto l’Autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico sulla pubblica via antistante per l’installazione di una pedana in legno amovibile (mt 7,00 x mt 3,00,) ha presentato all’Ufficio edilizia privata, una SCIA che comprendeva l’installazione di una canna fumaria e la sostituzione di una tenda esistente fissata sulla facciata condominiale delimitante i locali dell’attività stessa. Il Tecnico incaricato ha dichiarato che l’intervento da realizzare rientra fra quelli previsti dal punto A/17 dell’Allegato A del D.P.R. n. 31/2017 e che pertanto non necessita dell’acquisizione dell’Autorizzazione Paesaggistica comunale (l’area è vincolata ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs 42 del 2004).
A seguito di un esposto del proprietario dell’appartamento sovrastante l’attività commerciale, nonché condomino maggioritario, è stato eseguito sopralluogo della Polizia Municipale e contestuale istruttoria dell’Ufficio Tecnico, dalla quale è emerso che le opere realizzate sull’area oggetto di occupazione di suolo pubblico risultavano totalmente difformi da quanto dichiarato con la SCIA depositata. In luogo delle opere temporanee ed amovibili di cui al punto A/17 dell’Allegato A del D.P.R. 31/2017 è stata realizzata “una struttura a carattere permanente completamente chiusa, di superficie pari a mq 21,00, inquadrata per tipologia costruttiva come un dehors, stabilmente ancorata al suolo e alla facciata dell’edificio, costituita da una struttura metallica e plastica trasparente, sulla quale si appoggia sui 3 lati un parapetto in legno e metallo; la copertura della struttura è realizzata con intelaiatura metallica e pvc”. Trattasi quindi di struttura a carattere “permanente” realizzata su “suolo pubblico e ad uso pubblico” classificabile come un dehors a padiglione chiuso su tutti i lati con struttura metallica e pvc e dotato di copertura mista metallo/tenda.
Alla luce delle risultanze istruttorie, L’Ufficio ha ritenuto necessario ingiungere la rimozione delle opere realizzate ed il ripristino dei luoghi sull’area di proprietà comunale, con la contestuale decadenza dell’autorizzazione di occupazione di suolo pubblico (di competenza dell’Ufficio Demanio e Patrimonio), anche sulla scorta di quanto prescritto nello stesso provvedimento autorizzativo e dell’accertata realizzazione di abusi edilizi sull’area data in concessione. Nell’atto ingiuntivo dell’Ufficio era anche specificato che la proprietà non poteva avvalersi dell’ipotesi di sanatoria prevista dalla Legge Regionale n. 65/2014 “Essendo una struttura ancorata su pedana in legno occupante un’area oggetto di concessione di suolo pubblico, e quindi di proprietà comunale, realizzata in violazione di norme edilizie ed in contrasto con le prescrizioni contenute nell’autorizzazione di suolo pubblico n. 05 del 29 aprile 2022”.
A parere di questo Ufficio, nel caso di specie, quindi, trova applicazione l’art. 35 del D.P.R. 380/2001 – Art. 210 L.R. Toscana n. 65/2014, che non ammette possibilità di sanatoria per gli abusi di natura “permanente” soggetti a Permesso di Costruire, realizzati su suolo di proprietà di Enti Pubblici (nel ns. caso oggetto di autorizzazione di suolo pubblico oggetto).
Entro la scadenza imposta nel provvedimento ingiuntivo il proprietario dell’attività commerciale, nonostante la specifica contenuta nello stesso in merito all’impossibilità di sanare l’abuso, ha presentato comunque istanza di Permesso di Costruire in sanatoria per l’avvenuta realizzazione del dehors difforme dalla SCIA depositata, ai sensi dell’art. 36 del D.P.R. 380/2001 – art. 209 della L.R.T. n. 65 del 2014 e contestuale Accertamento di compatibilità paesaggistica (ai sensi dell’art. 167 del D. Lgs. 42/2004), allegando un parere legale con il quale si specificava che la sanatoria della struttura era comunque possibile ai sensi dell’art 36 del D.P.R. 380/2001 e art. 209 della L.R.T. n. 65/2014 (sanatoria “ordinaria”), dal momento che il richiedente aveva titolo a presentarla come concessionario dell’area di proprietà comunale e ritenendo rispettato anche il requisito della “doppia conformità urbanistica”.
Recentemente questo Ufficio inoltra preavviso di diniego ai sensi dell’art. 10 bis della Legge n. 241/90, non ritendo accoglibile l’istanza presentata sulla base di 4 motivi ostativi al rilascio del PdiC in sanatoria, fra i quali:
1) Nel caso di specie trova applicazione l’art. 35 del D.P.R. 380/2001 – Art. 210 L.R. Toscana n. 65/2014, che non ammette possibilità di sanatoria per gli abusi di natura “permanente” soggetti a Permesso di Costruire, realizzati su suolo di proprietà di Enti Pubblici (nel ns. caso suolo pubblico in concessione).
Si evidenzia che l’adozione del consequenziale provvedimento di demolizione, così come la diffida ad adempiere, costituisce attività amministrativa dal contenuto vincolato e privo di discrezionalità, sufficientemente motivato rilevando l’acclarata esistenza di un abuso edilizio realizzato su un’area pubblica; esso quindi non esige neanche la comparazione dei contrapposti interessi e quindi non deve essere preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento. Come specificato da giurisprudenza consolidata, l’art. 35 del D.P.R. 380/2001 costituisce norma speciale e di particolare rigore rispetto a quella ordinaria dettata dall’art. 31 del Testo Unico Edilizia, non prevedendo la necessaria concessione in sanatoria da richiedere nel termine di 90 gg. dall’emissione dell’ordinanza di ripristino dei luoghi, proprio per la gravità dell’abuso commesso su suolo pubblico; la disposizione dell’art. 35 D.P.R. 380/2001 non lascia all’Ente locale alcuno spazio per valutazioni discrezionali, una volta accertata la realizzazione di interventi eseguiti in assenza o in totale difformità dal PdC;
2) Non è applicabile l’art. 36, comma 3, del D.P.R. 380/2001 – art. 209 della L.R.T. n. 65/2014, in quanto l’istanza è stata presentata dal concessionario di suolo pubblico ad uso pubblico (non avente titolo) e, comunque sia, l’intervento abusivo deve risultare conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda (cd. doppia conformità). Questo sta a significare che gli strumenti urbanistici comunali (ed in particolare il Regolamento Edilizio), dovrebbero consentire in quella zona anche la possibilità di realizzare dehors completamente chiusi, che determinerebbero la creazione di un volume prima non esistente, tale da essere classificato come un intervento di nuova costruzione, suscettibile di autonoma utilizzazione.
Il comune di Rio non è dotato di uno strumento urbanistico in merito alla realizzazione di strutture (amovibili o permanenti) a servizio di attività commerciali su aree pubbliche ad uso pubblico, e dunque il requisito della doppia conformità a sostegno di una eventuale “sanatoria” si attua con la corrispondenza del titolo edilizio presentato e l’esatta corrispondenza con quanto realizzato, nel pieno rispetto delle normative nazionali e regionali vigenti in materia, nonché dei principi giurisprudenziali;
Si richiede se la procedura adottata da questo Ente è legittima e se le due motivazioni addotte nel preavviso di diniego sono supportate dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza amministrativa.
Quesito del 29/08/2023
Apertura nuovo asilo nido privato
La pratica inerente l'apertura di un asilo nido interamente privato deve essere gestita come SUAP? In caso affermativo quale è la procedura da seguire?
Quesito del 04/05/2023
Agibilità negata
A fine dicembre è stata presentata, attraverso il portale impresainungiorno, una SCIA per l'apertura di una fabbrica di abbigliamento. Alla pratica è stata allegata anche la documentazione relativa all'agibilità dei locali.
Dopo circa 4 mesi l'Ufficio Tecnico dell'Ente , in merito alla verifica della SCA ha risposto che la SCA è stata respinta.
Come bisogna procedere essendo trascorsi 4 mesi.
Quesito del 15/12/2022
SCIA - apertura attività commercio online di foto (fotografia artistica), oggettistica (bigiotteria, ceramiche, quadri su tela) e abbigliamento (residuale) - non necessitano di magazzino strutturato
Per l'avvio di attività di commercio on-line senza magazzino, titolo: inizio attività di vendita: per corrispondenza, televisione, altri sistemi di comunicazione, compreso il commercio on line (Sez. I, Tabella A, d.lgs. 222/2016), SCIA per l'esercizio di vendita per corrispondenza televisione e altri sistemi di comunicazione, compreso il commercio on line (solo in caso di attività svolta esclusivamente per corrispondenza, televisione e altri mezzi di comunicazione, compreso il commercio on line), si chiede: sono stati verificati i requisiti soggettivi del richiedente - casellario giudiziale e iscrizione alla CCIAA; occorrono altre verifiche?
Per sicurezza, nel parere viene sempre annotato: "fatti salvi il parere dell'ufficio tecnico comunale per la conformità urbanistica ed edilizia, il parere dell'ULSS 8 di Vicenza per la parte igienico-sanitaria ed il parere dei WWF per la parte della normativa antincendio"
Può bastare?
Quesito del 05/12/2022
Vendita cosmetici da parte di azienda agricola
Un'azienda agricola può vendere in forma itinerante presentando la SCIA al SUAP, cosmetici prodotti da altre imprese (chiaramente imprese autorizzate alla produzione), che utilizzano prodotti agricoli tipo bava di lumaca, oli essenziali derivanti dall'azienda che andrà poi a venderli?
Quesito del 25/11/2022
Installazione e autorizzazione all'esercizio distributore di carburante ad uso privato (gasolio) sup 500 litri
Siamo stati contattati dal progettista in merito all'installazione e autorizzazione all'esercizio distributore carburante ad uso privato (gasolio) sup 500 litri in azienda privata di macellazione polli e trasporto il quale ha precisato che:
- intende fare una SCIA per installazione;
- presenta progetto a WWFF;
- serve autorizzazione sanitaria;
- serve parere ufficio commercio.
Con pratica presentata tramite SUAP impresa in un giorno, le competenze specifiche dell'ufficio commercio e le relative verifiche da fare quali sono?
Quesito del 15/11/2022
Emissione ordinanza
La Polizia di Stato, a seguito di un controllo presso un esercizio di vendita di autovetture, ha chiesto informazioni all'ufficio SUAP dell'Ente se fosse o meno autorizzata per esercitare l'attività.
L'ufficio ha provveduto ad effettuare le verifiche ed è risultato che era sprovvista di SCIA e/o autorizzazione.
Si è proceduto a richiedere alla P.S. copia del verbale per l'emissione da parte dell'ufficio SUAP dell'ordinanza di sospensione dell'attività.
Tale ordinanza va emanata solo a seguito della ricezione del verbale o può essere già emessa a prescindere dal verbale?
Quesito del 21/02/2022
Apertura attività noleggio senza conducente
In merito all'apertura di attività di noleggio senza conducente di mezzi da lavoro (pala, spargineve, ecc) si chiede:
E' necessario indicare dove sono ubicati i mezzi ? E' necessario avere autorimessa?
E' necessario indicare la disponibilità dei veicoli da adibire a noleggio e se si come deve essere indicata?
Esiste un limite massimo di veicoli che si possono dare a noleggio?
Quesito del 04/02/2022
SCIA - licenza legata a contratto di affitto
Si chiede un parere in merito alla seguente situazione:
Una società cede in locazione un locale di cui aveva la gestione ammettendo anche il subentro nella licenza di bar in quanto il contratto di locazione era legato anche alla licenza. Oggi il contratto di locazione è terminato: la licenza è tornata in capo alla prima società e l’immobile è libero.
Il terzo che aveva preso in affitto il locale e la gestione del bar, può, costituendo una nuova società, presentare una nuova scia sul medesimo locale ove era prima legata anche la licenza?
Quesito del 27/11/2018
Agenzia di viaggi e commercio al dettaglio
Possibilità per un'agenzia di viaggi di intraprendere, come attività secondaria, la vendita di ricariche telefoniche (SIM) all'interno degli stessi locali.