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Demografici

Cancellazione dall'anagrafe della popolazione residente per irreperibilità

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10 risultati di 214
8 aprile
2020
8 gennaio
2020
8 febbraio
2020
8 agosto
2020
8 ottobre
2020

Il quesito del mese

GUIDA OPERATIVA:
L'Ufficiale Elettorale

Il diritto elettorale del senza fissa dimora

Quesito del 04/09/2019

CIE per cittadino in cancellazione per irreperibilità

Un cittadino è in cancellazione per irreperibilità (pratica aperta a febbraio). In data odierna si è presentato presso il Comune per rinnovare la carta d'identità. Facendogli notare che ha una pratica di irreperibilità in corso e insistendo su dove effettivamente abita, alla fine ci ha candidamente confermato che sono anni che non abita più in quell'alloggio ma in un altro Comune dove non può prendere la residenza perché occupa un alloggio abusivamente. Il cittadino insiste nel volere comunque il documento. Abbiamo cercato di prendere tempo dal momento che ci sembra assurdo dover emettere il documento in un caso di questo genere e insistendo affinché prenda la residenza dove effettivamente dimora, al massimo come "senza fissa dimora". In ogni caso come ci dobbiamo comportare con l'emissione della CIE visto che non è stato ancora cancellato? Sono casi che ci si presentano neanche tanto raramente e che ci creano non pochi problemi di gestione. Emettiamo la carta normalmente nonostante ci abbia dichiarato che non abita più a quell'indirizzo? E la pratica in corso di irreperibilità procede nello stesso modo o subisce un'interruzione?

Quesito del 16/08/2019

Segnalazione cambio residenza da parte di un servizio sociale

È pervenuta al comune la richiesta da parte del servizio sociale di un comune limitrofo, di procedere agli accertamenti d'ufficio per il cambio di residenza, di una famiglia con due minori (presumibilmente in carico al servizio stesso). Come ufficio anagrafe dobbiamo procedere d'ufficio ad avviare gli accertamenti in seguito a questa segnalazione o dobbiamo attendere che l'attuale Comune di residenza richieda gli accertamenti ai sensi dell’art. 16, comma 1 del D.P.R. maggio 1989 n. 223?

Quesito del 19/08/2019

Mancata dichiarazione di trasferimento della dimora abituale

Una nostra residente da molti mesi non dimora più all'indirizzo anagraficamente registrato, avendo perso la disponibilità della casa. Pertanto nei suoi confronti venne avviato a suo tempo procedimento di verifica della dimora abituale. Nel corso del procedimento abbiamo ripetutamente invitato l'interessata a chiarire la sua posizione ma lei, pur essendosi presentata al nostro ufficio anagrafe, non ha spontaneamente né tantomeno formalmente dichiarato dove ha trasferito la sua dimora abituale. Abbiamo anche effettuato verifiche nel territorio di un altro comune, dove avevamo ipotizzato si fosse trasferita, ma i colleghi dell'altro comune hanno risposto di non aver riscontrato dimora abituale nel luogo da noi indicato. Vista l'inerzia dell'interessata (verosimilmente volontaria, a questo punto: si direbbe che abbia qualche motivo per non dichiararsi al competente ufficio anagrafe) ed essendo trascorso molto tempo, oltre un anno, dall'avvio del procedimento, siamo indecisi sul da farsi. Questo perché la persona non è irreperibile, infatti anche se non conosciamo o non possiamo dimostrare il luogo di dimora abituale, conosciamo bene il luogo sul nostro territorio in cui l'interessata lavora stabilmente. Perciò siamo indecisi se cambiare l'indirizzo di residenza della persona nella via non territoriale oppure se cambiarlo nell'indirizzo del luogo di lavoro, il quale corrisponde ad un vivaio, rivendita di piante e fiori, dove pare (non ne siamo sicuri) l'interessata lavori come dipendente. In questa prospettiva ci siamo rivolti ai colleghi dell'Ufficio toponomastica (da noi assegnato al Settore tecnico, quindi condotto disgiuntamente dall'Ufficio anagrafe) per conoscere l'indirizzo - via, numero civico, ecc. - del fabbricato in cui si svolge l'attività lavorativa dell'interessata ma ci è stato risposto che detto fabbricato non ha numero civico e che non è possibile darglielo per questi motivi: il fabbricato non è registrato al catasto ed i numeri civici vanno di pari passo con foglio, mappale e subalterno. Premesso quanto sopra si chiede 1) Quale soluzione anagrafica adottare per l'interessata non irreperibile: via non territoriale o cambio indirizzo nel luogo di lavoro? O altro? 2) Se si opta per il luogo di lavoro, come regolarsi anagraficamente circa la non (ancora?) avvenuta attribuzione del numero civico al fabbricato in questione? 3) Come appurare, per le finalità art. 5 DL 47/2014, se l'occupazione dell'immobile è legittima? 4) Indipendentemente dalla vicenda anagrafica dell'interessata, e premessa la sopradescritta soluzione organizzativa di questo ente circa l'Ufficio toponomastica, quale compito e responsabilità ha l'ufficiale d'anagrafe rispetto alla numerazione/non-numerazione civica del fabbricato in questione e relativo non-accatastamento?