Tutti i prodotti della sezione
Quesito del 24/07/2023
Cambio indirizzo minore
Il 29.05.2023 una ns. residente ha chiesto la variazione di abitazione per Lei e la figlia minore di due anni, trasferendosi dalla famiglia dei suoi genitori ad un appartamento di sua proprietà posto al piano terra dello stesso immobile mentre prima dimorava al piano superiore ed era inserita nello stato di famiglia dei suoi genitori (l’indirizzo è lo stesso).
Abbiamo eseguito la pratica, fatti gli accertamenti dei vigili urbani che hanno verificato la effettiva presenza e l’abbiamo conclusa positivamente.
Ci siamo però dimenticati di inviare la comunicazione di avvio del procedimento ai sensi della legge 241/1990 al padre della bimba.
Premetto che la Signora non è coniugata con lo stesso, e dal punto di vista anagrafico non hanno mai avuto la residenza nella stessa abitazione anche dopo la nascita della bimba. Il padre non è mai stato residente in questo Comune e a noi è sconosciuto.
L’altro giorno il padre si è presentato in ufficio ed ha contestato la tale variazione in quanto non aveva dato il suo assenso e poi ha inviato la seguente mail “il sottoscritto…………, padre biologico di…………., con la presente Vi chiedo cortesemente di fornirmi dei chiarimenti in merito al cambio di residenza di XXYY, avvenuto in data 29/05/2023 presso il vostro ufficio anagrafe. Ai sensi dell’art. 316 del c.c. “ I genitori di comune accordo stabiliscono la residenza abituale del minore “. Vorrei perciò sapere le motivazioni che hanno indotto il Vs. Ufficio a processare la pratica di cambio residenza di mia figlia senza il mio esplicito consenso. Mi riservo il diritto di agire giudizialmente contro il Vostro operato."
Cosa fare in questa situazione?
E’ possibile annullare la pratica in autotutela, ripristinare la posizione precedente per carenza di documentazione e farla di nuovo presentare alla signora anche nel suo interesse in quanto ha omesso di avvertire il padre ?
E’ possibile inviare ora una comunicazione al padre che è stato effettuato tale procedimento e che si è concluso.
Quesito del 19/11/2021
Blocco rilascio certificazioni anagrafiche su ANPR
il Tribunale per i minorenni ha emesso una sentenza che autorizza la madre al cambio di residenza del minore prevedendo che dovrà essere comunicato solo ai servizi sociali dell'ente affidatario e mantenendone la riservatezza negli atti processuali: i Servizi Sociali chiedono all'ufficio anagrafe di NON rilasciare alcun certificato di residenza a terzi, se non all'interessato.
Considerato che l'art. 33 del Regolamento anagrafico prevede il rilascio del certificato di residenza e stato di famiglia a chiunque ne faccia richiesta, fatte salve le limitazioni di legge, la richiesta dei Servizi sociali può rientrare in dette limitazioni?
Nel caso affermativo, come è possibile inserire il blocco della certificazione in ANPR?
Quesito del 16/08/2019
Segnalazione cambio residenza da parte di un servizio sociale
È pervenuta al comune la richiesta da parte del servizio sociale di un comune limitrofo, di procedere agli accertamenti d'ufficio per il cambio di residenza, di una famiglia con due minori (presumibilmente in carico al servizio stesso). Come ufficio anagrafe dobbiamo procedere d'ufficio ad avviare gli accertamenti in seguito a questa segnalazione o dobbiamo attendere che l'attuale Comune di residenza richieda gli accertamenti ai sensi dell’art. 16, comma 1 del D.P.R. maggio 1989 n. 223?
Quesito del 19/08/2019
Mancata dichiarazione di trasferimento della dimora abituale
Una nostra residente da molti mesi non dimora più all'indirizzo anagraficamente registrato, avendo perso la disponibilità della casa. Pertanto nei suoi confronti venne avviato a suo tempo procedimento di verifica della dimora abituale. Nel corso del procedimento abbiamo ripetutamente invitato l'interessata a chiarire la sua posizione ma lei, pur essendosi presentata al nostro ufficio anagrafe, non ha spontaneamente né tantomeno formalmente dichiarato dove ha trasferito la sua dimora abituale. Abbiamo anche effettuato verifiche nel territorio di un altro comune, dove avevamo ipotizzato si fosse trasferita, ma i colleghi dell'altro comune hanno risposto di non aver riscontrato dimora abituale nel luogo da noi indicato. Vista l'inerzia dell'interessata (verosimilmente volontaria, a questo punto: si direbbe che abbia qualche motivo per non dichiararsi al competente ufficio anagrafe) ed essendo trascorso molto tempo, oltre un anno, dall'avvio del procedimento, siamo indecisi sul da farsi. Questo perché la persona non è irreperibile, infatti anche se non conosciamo o non possiamo dimostrare il luogo di dimora abituale, conosciamo bene il luogo sul nostro territorio in cui l'interessata lavora stabilmente. Perciò siamo indecisi se cambiare l'indirizzo di residenza della persona nella via non territoriale oppure se cambiarlo nell'indirizzo del luogo di lavoro, il quale corrisponde ad un vivaio, rivendita di piante e fiori, dove pare (non ne siamo sicuri) l'interessata lavori come dipendente. In questa prospettiva ci siamo rivolti ai colleghi dell'Ufficio toponomastica (da noi assegnato al Settore tecnico, quindi condotto disgiuntamente dall'Ufficio anagrafe) per conoscere l'indirizzo - via, numero civico, ecc. - del fabbricato in cui si svolge l'attività lavorativa dell'interessata ma ci è stato risposto che detto fabbricato non ha numero civico e che non è possibile darglielo per questi motivi: il fabbricato non è registrato al catasto ed i numeri civici vanno di pari passo con foglio, mappale e subalterno. Premesso quanto sopra si chiede 1) Quale soluzione anagrafica adottare per l'interessata non irreperibile: via non territoriale o cambio indirizzo nel luogo di lavoro? O altro? 2) Se si opta per il luogo di lavoro, come regolarsi anagraficamente circa la non (ancora?) avvenuta attribuzione del numero civico al fabbricato in questione? 3) Come appurare, per le finalità art. 5 DL 47/2014, se l'occupazione dell'immobile è legittima? 4) Indipendentemente dalla vicenda anagrafica dell'interessata, e premessa la sopradescritta soluzione organizzativa di questo ente circa l'Ufficio toponomastica, quale compito e responsabilità ha l'ufficiale d'anagrafe rispetto alla numerazione/non-numerazione civica del fabbricato in questione e relativo non-accatastamento?
MEMOWEB n. 152 del 11/08/2014
La nota interpretativa del Viminale su occupazione abusiva e locazione
Il Viminale interviene a chiarire alcuni aspetti problematici nella corretta applicazione dell'articolo 5 del Dl n. 47/2014 con cui si prevede la necessità dell'atto di proprietà o di documenti che attestino la regolare detenzione dell'unità immobiliare per chiedere la residenza o l'allaccio ai servizi.
MEMOWEB n. 56 del 24/03/2014
Le indicazioni del Viminale sulle comunicazioni telematiche in materia elettorale, anagrafica e di stato civile
La circolare n. 11/2014 dei Servizi demografici ricorda a tutti i primi cittadini la modalità esclusivamente telematica per alcune comunicazioni previste dal regolamento sull'ordinamento dello stato civile e dal regolamento anagrafico, così come quelle inviate dai notai ai fini delle annotazioni delle convenzioni matrimoniali a margine dell'atto di matrimonio.
Quesito del 21/01/2019
Iscrizione anagrafica d’ufficio
Su segnalazione di un altro Comune è stato avviato un accertamento d'ufficio, tramite vigili urbani, sulla residenza di un cittadino presso un indirizzo del nostro Comune. Il vigile ha accertato che il soggetto coinvolto effettivamente abita insieme alla compagna e ai due figli in una casa popolare (di cui sembrerebbe, sempre su segnalazione del vigile, non siano state fatte le relative assegnazioni). La compagna, insieme ai loro figli, abita lì già dal 2010. A questo punto stiamo procedendo ad aprire una pratica di iscrizione anagrafica d'ufficio, invitando il signore a presentare spontaneamente la dichiarazione di residenza entro il termine di 10 giorni dal ricevimento della relativa comunicazione. Se il signore non regolarizza la posizione come ci comportiamo? Lo iscriviamo d'ufficio? Il problema principale sta nel fatto che l'abitazione della compagna è di proprietà dell'ATER e abbiamo dei forti dubbi che il signore, ma anche la sua compagna abbiano il nulla osta per la residenza.